venerdì 19 ottobre 2007

"And suddenly i become a part of your past"

Forse è venuto il momento di parlarne.
Di parlare dei respiri uniti, delle notti abbracciati in cui mi sembrava che più nulla importasse, e che niente di brutto sarebbe potuto accadere. Il senso del presente e del futuro, di cui ora non resta che umiliazione. Poter fare le cose sapendo che poi le avrei raccontate a lui, colui che timidamente era lì. Sapevo bene tutti i suoi limiti, ed era questa consapevolezza che mi faceva tremare di paura, sapevo che prima o poi sarebbe fuggito via, sapevo delle differenze che c’erano tra noi.
Mi sono illusa ancora una volta di aver vissuto l’amore, un amore vero. Credevo fosse amore quello che ti rende felice di fronte a una colazione la domenica, a mangiare insieme per terra (scomodissimi) sul mio tavolino ikea. A parlare, ore, del passato e del futuro, di quello che eravamo e ciò che insieme potevamo diventare.

E’ ora che io dica la rabbia che ho dentro. E’ ora che io dica che la mia rabbia non è verso lui, che è solo una persona che non è stata in grado di capire me, solo una persona vile che non ha il coraggio di rischiare, fermo sulle sue convinzioni, come si fa a fargliene una colpa, credo paghi già ogni giorno per questo.
La mia rabbia è verso di me, per essere caduta, e perché sto soffrendo in questo modo cosi strano, per aver dedicato a lui tanto tempo ed energie ed aver fallito clamorosamente, aver perso il tempo. Perché non è solo una storia finita, ma è una storia di cui non rimane nulla.
Paradossalmente nemmeno i ricordi.
Non ricordo più cosa provavo quando camminavo con lui per trastevere, quando andavamo a mangiare la piadina in quel posto sul pizzo della montagna, quando mi svegliavo la notte e mi riaddormentavo serena perché c’era lui accanto. So che c’è stato ma non mi ricordo né come né perché, non trovo il senso. E’ la prima volta che non resta nulla, che non lascio nulla ad una persona. Ed è questo il vero fallimento, oltre al fatto che anche lui non mi ha lasciato nulla, se non il rimorso per aver indirizzato la mia fiducia nella direzione sbagliata.

E diciamocela tutta, perchè poi io in fondo le palle sotto le ho, io sto male, e se lui non sta male per me, se sta con un’altra come sembra, io invece sto di merda. Sto di merda perché ho sbagliato, perché ho donato infinita energia a chi non è stato capace di capire. Perché si è chiusa una cosa che per me era importante e mi sono resa conto che lo era solo per me.

Certo tutto è meno terribile quando hai a fianco persone che ti scrivono cose del genere “Tu sei senza limiti, senza pregiudizio, un vulcano colorato di idee in eruzione e talvolta frane interiori che destabilizzano ma non abbattono, tu sei nell’isola complicata ma felice del profondo mare, quello che per navigare devi stare attento, ma che se lo navighi non vorresti più tornare sulla terra ferma, proprio perché statica. Il tuo abisso può sembrare nero (e a QUALCUNO lo è sembrato), ma se solo qualcuno ha il coraggio di sfidare quel nero prende coscienza dell’oltre
Grazie per quello che vedi in me, per avermi scritto queste parole, grazie infinite per avermi scelta, la lontananza non separa. Spero di essere davvero quello che vedi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Elide,
chi ti scrive è una zia, non per età anagrafica, ma per indole, diciamo così. Ho vissuto una storia analoga alla tua e ho conosciuto una persona molto simile a L. Capisco, quindi, il tuo dolore e la tua rabbia. Tu sei una bella persona, con le palle, complessa, determinata, sincera e appassionata, e tutto questo è piaciuto a L. e, allo stesso tempo, lo ha spaventato.
Conosco i silenzi, le fughe, le parole ambigue e quelle non dette. E il tuo desiderio di capire, di dare un perché a tutto questo. Ma non pensare che certe risposte verranno da lui. Questo è il gioco delle persone come L.: ti lasciano ma mai definitivamente, ti tengono comunque strette a loro, perché non sono capaci di chiudere e di lasciarti andare. Troppo difficile, troppo doloroso, forse non sa nemmeno se è quello che vuole veramente. Il maggior pregio delle persone come L. è capire i tuoi punti deboli e su questo puntare, per farti prima perdere la testa, poi, all’improvviso e con spiegazioni assurde, pugnalarti.
Se tra qualche tempo ti farai viva con L., lui ti risponderà, ma non sarà mai sincero fino in fondo, non può o non riesce a farlo. Non ti parlerà mai dell’altra, ma ti dirà che tu lo hai fatto soffrire. Ribalterà le cose, per sembrare la povera vittima. E tu sarai ancora più confusa, cercando di capire dove TU hai sbagliato. Ma non deve essere così.
Ora, da zia, posso solo dirti che ti aspetta un cammino lungo e che ci vorrà tempo per far rimarginare le ferite. In certi momenti ti sembrerà di averlo cancellato, ma poi, se lo rivedrai, un suo piccolo e forse casuale gesto, un lieve sfiorarti o uno sguardo di intesa, che solo voi potete capire, ti farà tornare indietro nel tuo cammino. E allora dovrai rincominciare a curare le ferite, ancora sanguinanti, perché per lui, probabilmente, è solo un gioco, a differenza tua.
Circondati di amici fidati, fuggi lontano, anche fisicamente, cerca di non cadere in giochi ambigui, da cui puoi uscirne solo distrutta. Tu non sei quel tipo di persona e devi esserne fiera. Lo vedrai cambiato, anche nel look (il codino?!), e capirai che forse il cambiamento fa parte del suo trasformismo, per adeguarsi a chi ha al suo fianco. Ma pensa che “lei” non ti arriva nemmeno alla caviglia, è solo una facile conquista, fatta per alimentare il suo ego.
Un abbraccio da una zia

elide ha detto...

Grazie per le tue parole.
Non so chi tu sia, ma in molte cose hai ragione. Hai ragione, il non capire è la cosq apiù difficile da mandar giù, tutto sembra falso.
Un'ottima indole da zia, che un pò mi ricorda la mia. per fortuna sono già fisicamente lontana da lui,a nche perchè già per troppo tempo sono caduta in giochi ambigui.Ora il solo pensiero di vederlo mi da fastidio. Grazie di tutto.