giovedì 25 ottobre 2007

Il mio ufficio...

Ho fatto un percorso abbastanza normale, sono laureata pentita in scienze della comunicazione, ho frequentato un master (il costo del master è semplicemente il costo dei contatti che ti permette di avere dopo, e un pò di preparazione specialistica).
Sono invece felice del posto in cui lavoro, credo di dover considerarmi seriamente fortunata.
Sicuramente sono una lavoratrice precaria, lo sarò credo per altri lunghi anni, ma credo sia uno dei pochi posti dove avevo un contratto da stagista per 6 mesi, senza rimborso spese, e, loro, visto il carico di lavoro e di responsabilità che mi sono ritrovata addosso, hanno deciso iniziare a pagarmi comunque. Questo, in un paese come il nostro, è già cosa veramente apprezzabile. Lavoro nell'organizzazioen di eventi culturali all'interno di un'azienda speciale del Comune di Roma. I soldi che girano non sono tanti, il lavoro, invece, è infinito, non ha orari nè festività nè malattie.

La mia fortuna comunque non si riferiva alla parte economica, quanto alla formazione.
Lavoro in un'azienda dove l'età media è 29 anni. Giovani che però fanno cose di alto livello, non li nomino perchè preferisco, ma diciamo che non proiettiamo i film di Pasolini la domenica pomeriggio, insomma non siamo un gruppo di nicchia/fricchettoni, nè tantomeno organizziamo il tour di Anna Tatangelo e Gigi D'alessio.

Ricerca, qualità, innovazione, investimento sui giovani e sulle nuove modalità di comunicazione. Rispetto dell'ambiente (usiamo solo carta riciclata, buttata nei contenuitori per rifiuti differenziati, a turno, tocca anche al direttore), niente lavoro a nero, viene fatto il contratto anche al ragazzo che fa volantinaggio per un solo pomeriggio, attenzione allo spreco, si pagano le tasse, la Siae, non abbiamo un impiegato che si occupa di come fottere il budget, che tra l'altro la maggior parte delle volte proviene da enti pubblici.

Si sfida il pubblico italiano medio, si sfidano quelli che credono di essere creativi e invece sono ancora più arretrati dei "NON" creativi. Si cercano nuovi linguaggi, nuovi modi di fare arte, modalità vicine a quello che è il mondo adesso o che vorremmo fosse, si cerca di concretizzare i lunghi dibattiti di molti. Insomma, mentre gli altri parlano, noi facciamo.
A me viene dato spazio, ho 22 anni poca esperienza, ma molte cose da dire. Qui c'è qualcuno che le ascolta e gli da un valore.
Si sta bene, si parla, si discute insieme di ogni cosa. L'inserimento è stato molto difficile, lo ammetto, ma c'è molta gente a cui la fase di inserimento dura molto più tempo. Mi sono sudata quello che ho ottenuto, ma la maggioranza sudano a vuoto.
Un pezzettino d'Italia che invece di dire che vuole cambiare il paese, lavora per farlo come può, dove può, e ci riesce anche con discreto successo, ovviamente in gran parte grazie a me;)

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